Oltre all’acqua potabile del rubinetto di casa, in commercio esistono varie tipologie di acque potabili: le “acque di sorgente”, “le acque minerali naturali”, “le acque destinate al consumo umano” e le “acque affinate”. A prescindere dalla categoria di appartenenza, l’acqua potabile deve essere pulita e salubre, cioè non deve contenere al suo interno quantità di microrganismi tali da rappresentare un pericolo per la salute delle persone.

A definire il limite di concentrazione di ogni parametro concorrono le norme e i requisiti di potabilità stabiliti dalla Comunità Europea. Il D.Lgs 31/2001 (Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano), in particolare, prevede il controllo di 64 parametri chimici, fisici e microbiologici. Anche se questi nel tempo tendono a subire continui aggiornamenti, esistono tuttavia delle caratteristiche imprescindibili che un’acqua deve possedere per poter essere considerata salubre. Vediamone alcune.

Cosa rende l’acqua potabile

Tutte le acque presenti sul mercato hanno caratteristiche diverse le une dalle altre, alcune sono certamente migliori proprio in virtù di determinati parametri chimici, fisici e microbiologici. Una buona norma è quindi quella di leggere sempre l’etichetta con cura e imparare a conoscere l’INCI.