L’acqua che fluisce dal nostro rubinetto deve avere caratteristiche conformi ad alcuni parametri per poter essere definita potabile. Oltre alla durezza dell’acqua, uno dei valori a cui occorre prestare attenzione è il residuo fisso.
Cosa indica questa espressione e perché dobbiamo imparare ad interpretarne la quantità riportata sulle etichette dell’acqua e sui rapporti periodici allegati alle bollette? Facciamo un po’ di chiarezza in quest’articolo, affinché si possa essere maggiormente consapevoli della qualità dell’acqua che beviamo.
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Cosa è il residuo fisso?
L’espressione “residuo fisso” indica la quantità di sali disciolti nell’acqua e il loro contenuto (indicato in mg/L) viene quantificato misurando il precipitato residuo dopo l’evaporazione di un litro d’acqua a 180°. Più è pesante il precipitato ottenuto (cioè il residuo fisso), più è alta la quantità di sali minerali presenti nell’acqua. Considerando il peso del residuo fisso l’acqua è classificata come segue:
- minimamente mineralizzata (o povera di sali): minore di 50 mg/L
- leggermente mineralizzata: maggiore di 500 mg/L
- mediamente mineralizzata: tra 500 e 1000 mg/L
- ricca di sali: superiore a 1500 mg/L.
Secondo il D.Lgs 31/2001, l’acqua potabile del rubinetto non può contenere quantità eccessive di sali minerali e il limite massimo consentito è di 1500 mg/L.
Il ruolo dei sali minerali nell’organismo
In merito al ruolo nell’organismo dei sali minerali contenuti nell’acqua ci sono varie scuole di pensiero, anche opposte tra loro. Occorre, però, sottolineare un’informazione importante: i sali disciolti nell’acqua (come calcio, potassio, magnesio, sodio) sono inorganici, cioè non vengono assimilati dal corpo umano per svolgere delle funzioni specifiche. Il calcio, ad esempio, non si trova nelle ossa, e per rafforzarle si ha quindi bisogno di calcio organico.
Se l’organismo non assimila i sali minerali dell’acqua, allora a cosa servono? Dai sali minerali dipende il funzionamento elettrico del corpo e il pH leggermente basico dell’acqua (solitamente pari a 7,4) che ricopre un ruolo di fondamentale importanza per l’organismo.
Poiché i sali minerali presenti nell’acqua non riescono ad essere assorbiti dalle cellule, viene consumata una notevole quantità di energia per eliminarli. Per ovviare al problema, sarebbe meglio bere un’acqua caratterizzata dal livello più basso possibile di residuo fisso (il limite massimo deve essere di 70-80 mg/L) e mangiare notevoli quantità di frutta e verdura cruda, perché sono ricche di minerali organici colloidali che il corpo riesce ad assorbire molto più facilmente.